Il lattosio è lo zucchero del latte e chimicamente è un disaccaride costituito cioè dall’unione di due monosaccaridi (glucosio e galattosio). Tutti gli zuccheri perché possano essere assorbiti dalle cellule intestinali devono diventare monosaccaridi tramite degli enzimi presenti sull’orletto a spazzola delle cellule dell’intestino Tenue.
L’enzima che divide il lattosio si chiama lattasi e si trova in elevate quantità a livello del Digiuno.
La produzione dell’enzima lattasi inizia durante la nona settimana di gestazione e pian piano aumenta fino a raggiungere il picco di produzione al momento della nascita. Dopo pochi mesi di vita la sua attività comincia già a diminuire fino a, in alcuni casi, scomparire del tutto. Al contrario degli altri enzimi intestinali, l’attività della lattasi non è indotta dalla quantità di substrato (il lattosio) quindi non è assolutamente vero che più lattosio introduciamo più lattasi viene prodotta.
Curiosità: noi umani siamo gli unici mammiferi che presentano anche in età adulta una certa attività dell’enzima dovuta a una mutazione del gene che codifica per la lattasi. Tutti gli altri mammiferi smettono di produrre l’enzima dopo lo svezzamento.
L’intolleranza al lattosio è dovuta a una cattiva digestione del lattosio introdotto con la dieta che quindi non può essere assorbito e viene fermentato dai batteri intestinali. Era nota fin dai tempi di Ippocrate (460-370 a.C.) ma solamente negli ultimi 50 anni è stata riconosciuta e analizzata scientificamente.
Possiamo avere 3 tipi di intolleranza al lattosio:
Può essere dovuta a diverse condizioni cliniche:
L’intolleranza al lattosio primaria dipende molto dall’etnia dell’individuo. Si è visto che è meno presente in Nord Europa (con una prevalenza del 2-20%), mentre è più prevalente nei paesi del Mediterraneo (con un bel 40%), nei paesi Africani (65-75%) e soprattutto in Asia (circa il 90% degli asiatici soffre di intolleranza al lattosio!!).
In Italia il 56% della popolazione è intollerante al lattosio (io ahimè faccio parte di questo 56%) e in alcune regioni la prevalenza arriva fino al 70%.
Nell’Europa del Nord la prevalenza di intolleranti al lattosio è molto bassa perché la popolazione presenta una mutazione del gene che codifica per l’enzima lattasi che quindi continua ad essere espresso in elevate quantità anche in età adulta e questa mutazione viene trasmessa di generazione in generazione.
I sintomi da intolleranza al lattosio possono essere sia gastrointestinali che extra-intestinali e variano da persona a persona in base al grado di espressione della lattasi, alla composizione della flora batterica intestinale, alla quantità di lattosio consumato e al tipo di alimento assunto. Entrambi i tipi di sintomi compaiono diverse ore dopo che è stato ingerito il lattosio.
Diarrea, nausea, gonfiore addominale, borborigmi, flatulenza, dolore addominale, vomito e in alcuni casi anche costipazione. Sono dovuti al fatto che il lattosio non digerito permane nel lumen intestinale e viene attaccato dalla flora batterica con produzione di gas (metano, CO2 e idrogeno) ed effetto osmotico (richiamo di acqua nell’intestino).
Mal di testa, astenia, dolori articolari e/o muscolari, perdita di concentrazione, stanchezza, afte e acne.
Non bisogna confondere l’intolleranza al lattosio né con l’allergia alle proteine del latte né con la Galattosemia i cui sintomi sono ben diversi così come la terapia.
L’unico test diagnostico riconosciuto dall’OMS come “gold standard” per l’intolleranza al lattosio è l’Hydrogen Breath Test o Test Del Respiro, in cui al soggetto viene fatto ingerire una quantità nota di lattosio (solitamente 25 g che corrispondono a circa 500 ml di latte) e successivamente uno speciale strumento raccoglie e analizza l’aria espirata ogni 30 min per 3-4 ore.
Questo perché se il soggetto è intollerante al lattosio, la flora batterica produce elevate quantità di idrogeno che in parte vengono eliminate con il respiro. Il test è considerato positivo se la quantità di idrogeno rilevata supera di almeno 20ppm i valori normali.
Si raccomanda di non assumere antibiotici nelle 4 settimane precedenti il test, di consumare carboidrati complessi il giorno precedente il test, di non fare attività fisica e di non fumare il giorno del test.
La terapia è diversa in base al tipo e alla gravità dei sintomi che il soggetto percepisce.
La presenza del latte o derivati (anche del lattosio) viene indicata sull’etichetta (il lattosio viene usato spesso come additivo anche in prodotti come carne e affettati, piatti pronti, verdure surgelate, patatine surgelate, dolci e torte) e viene evidenziata in grassetto in modo da poterlo trovare velocemente.
Curiosità: Purtroppo ad oggi non esiste ancora una legge che indichi il limite di lattosio concesso negli alimenti marcati come “senza lattosio” quindi possiamo trovare quantità di lattosio diverse (<0.01%, <0.1% e <0.5%) in prodotti che presentano tutti la dicitura “senza lattosio”. Anche se è bene sapere che l’AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti) recentemente ha chiesto al Ministero della Salute di definire degli standard qualitativi e quantitativi per l’utilizzo del claim “senza lattosio”.
Io personalmente mi trovo molto bene con Prebiotic della MediBase.
Ovviamente, se per un motivo qualsiasi si fa anche uso di antibiotici, bisogna aspettare almeno 4-5 ore prima di prendere il prebiotico altrimenti non serve a nulla perché vengono distrutti dall’antibiotico.
Vi lascio qualche link per chi volesse approfondire ancora di più l’argomento!!
Scientific Opinion on lactose thresholds in lactose intolerance and galactosaemia (EFSA, 2010)
AILI Associazione Italiana Anti-Intolleranti
Lactose Maldigestion, Malabsorption, and Intolerance: A Comprehensive Review with a Focus on Current Management and Future Perspectives (Fassio, Facioni and Guagnini, 2018)
Creato utilizzando TUTTE le parti del carciofo! Perché anche del carciofo non si butta via niente! Siamo abituati a pulire…
Che delizia il Topinambur! Il Topinambur è un tubero che ha origini del Nord america ma a differenza della patata…
Una zuppa buonissima con polpo tenerissimo cotto in pentola a pressione Il polpo ha pochissime calorie (57 kcal ogni…
C'è un legame tra infertilità femminile e quantità e qualità di proteine introdotte con la dieta. Consumare una dieta prevalentemente…
Perché è bene alternare cereali con a quelli senza glutine IL GLUTINE Il glutine è un complesso proteico di riserva…
Fagiolata "alla toscana" con 4 tipi diversi di fagioli, farro e orzo Un piatto smart per il benessere intestinale!…
This website uses cookies.